L’efficienza parla americano

Con le direttive Eisa, anche gli Stati Uniti hanno stabilito i limiti di efficienza minima per i motori elettrici che saranno installati negli impianti nordamericani

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Massimiliano Cassinelli

Per i costruttori europei di macchine il mercato nordamericano rappresenta uno degli sbocchi più interessanti, in quanto si tratta di un bacino di utenza capace di apprezzare le produzioni innovative, soprattutto nell'ambito dell'automazione dei processi produttivi. Esportare negli Stati Uniti, quindi, rappresenta un motivo di vanto, ma soprattutto un'interessante opportunità economica. Proporsi Oltreoceano, però, comporta anche la necessità di rispettare una regolamentazione specifica e tipicamente 'intollerante'. Le normative nordamericane, infatti, sono molto pragmatiche e spesso riassunte in tabelle dalle quali è impossibile derogare, anche perché, tipicamente, gli ispettori si limitano a riscontrare il rispetto di tali tabelle. Sino a pochi mesi fa erano solo gli aspetti relativi alla sicurezza a creare apprensione, anche perché non era raro vedere un impianto bloccato per il semplice impiego di cavi non conformi. In futuro, invece, anche i fattori energetici giocheranno un ruolo fondamentale, in quanto la crescita dei costi dell'elettricità e una maggiore sensibilità ambientale hanno indotto i normatori statunitensi ad imporre severi standard qualitativi sui motori elettrici installati negli impianti industriali e, quindi, a bordo delle macchine. Il 19 dicembre del 2010, infatti, entreranno in vigore le direttive Eisa (Energy Independence and Security Act), che fissano nuovi stringenti limiti di efficienza per un'ampia gamma di motori trifase, compresi gli antideflagranti, quelli per applicazioni severe e gli autofrenanti, con potenze da 1 a 500 HP. A partire da tale data i macchinari equipaggiati con motori non conformi saranno respinti dal porto di entrata negli Stati Uniti. In realtà le Eisa non sono del tutto nuove. Sono state infatti varate il 19 dicembre 2007 e, per molti versi, i valori sono simili a quelli che entreranno in vigore in Europa nel 2015. Considerando i tempi richiesti dallo sviluppo di nuove macchine e le pressanti richieste del mercato, è però necessario iniziare a considerare le indicazioni di tali normative. In particolare, all'interno delle direttive Eisa, è importante concentrare l'attenzione sulla sezione 313: 'Standard di efficienza per i motori elettrici', che sostituisce l'attuale legislazione EPAct (Energy Policy Act) datata 1992. In questa sezione sono fissati i nuovi e più stringenti requisiti di rendimento minimo dei motori, che passano dal Nema 'Energy Efficient' al Nema 'Premium Efficient', che equivale al livello di efficienza Ie3.

Nessuno escluso
Gli enti normatori nordamericani, definendo le direttive Eisa, hanno preso in considerazione una notevole gamma di motori, anche se con alcune differenze sostanziali.
Per ogni classificazione di uso generale (Sottotipo I) di potenza da 1 a 200 C.V, che in precedenza faceva riferimento alla EPAct, è fissato un livello di efficienza a pieno carico basato sull'efficienza Nema Premium, come indicato in Nema MG 1-Tabella 12-12. I motori elettrici per uso generale (Sottotipo II), non coperti in precedenza dalle EPAct, dovranno essere conformi agli standard di efficienza energetica, secondo quanto definito da Nema MG 1-Tabella 12-11. In tale ambito è opportuno sottolineare che è definito 'motore elettrico per uso generale (Sottotipo II)' un motore che integri elementi di progettazione di motori per uso generale (Sottotipo I) configurati secondo una delle seguenti caratteristiche:

  • Motore con telaio a U;
  • Motore design C;
  • Motore con pompa in presa diretta;
  • Motore senza piedi;
  • Motore con spinta normale ad albero pieno verticale (così come collaudato in una configurazione orizzontale);
  • Motore a 8 poli (900 rpm);
  • Motore polifase con tensione non superiore a 600 V (diversa da 230 o 460 V).

I motori con potenza compresa tra 201 e 500 C.V. in precedenza non coperti dalla legge EPAct, dovranno essere conformi agli standard di efficienza energetica, secondo quanto definito da Nema MG 1-Tabella 12-11. È interessante notare che Eisa non prende in considerazione tutti gli apparecchi, sono infatti esclusi i motori elettrici con le seguenti caratteristiche:

  • Design D con slip alto;
  • Velocità regolabile con avvolgimenti ottimizzati;
  • Montaggio Oem personalizzato;
  • Servizio intermittente S;
  • Integrale con ingranaggio o freno, dove il motore non può essere utilizzato separatamente;
  • Motori sommergibili.

Sono inoltre esenti da Eisa una serie di configurazioni, che includono:

  • Motori inverter;
  • Motori a freno integrale;
  • Motori a ciclo inverter con avvolgimenti ottimizzati per l'uso Asd che non possono essere avviati in linea;
  • Motori design D con slip alto.

Export dagli Stati Uniti
Un aspetto curioso, al quale prestare attenzione nel caso di motori acquistati negli Stati Uniti, riguarda il fatto che le direttive Eisa sono riferite esclusivamente ai motori importati e/o utilizzati negli Stati Uniti, mentre sono esclusi quelli esportati. Questo significa che un motore destinato a un mercato estero non è soggetto ad alcun vincolo per quanto riguarda il rendimento. Vale però la pena ricordare che, in base alla legge, deve essere chiaramente indicata la destinazione di tali apparecchi verso mercati esteri. Chi già possiede motori elettrici in magazzino non si deve comunque preoccupare, poiché la legge si applica esclusivamente ai motori prodotti dopo il 19 dicembre 2010, mentre quelli già in inventario possono essere tranquillamente venduti e utilizzati, anche se è presumibile attendersi che le autorità di controllo chiederanno di esibire documenti comprovanti tale situazione. Lo stesso vale per i motori riparati o riavvolti, il cui utilizzo è ancora consentito senza alcuna formalità.

Etichettatura di qualità
Come già avveniva con le EPAct, anche le direttive Eisa richiedono che ogni motore elettrico sia dotato di una targhetta di identificazione sulla quale sia chiaramente indicata l'efficienza a pieno carico valutata in base alle specifiche procedure di collaudo indicate nello standard Nema MG 1-2006 e Ieee 112, Metodo test B o Csa 390. In ogni caso, una norma come questa, che comporta maggiori adempimenti e, presumibilmente, maggiori costi per gli Oem italiani, non è stata accolta con favore. Anche perché, malgrado la maggior parte dei costruttori abbia garantito che non si registreranno incrementi nei prezzi, è legittimo attendersi che l'obbligo di utilizzare motori certificati per il mercato nordamericano abbia una ricaduta negativa sulla competitività rispetto ai produttori locali. Volendo considerare anche gli aspetti positivi, di contro, è pur vero che l'imposizione di regole più restrittive rende difficile l'accesso a quelle aziende del Sud-Est asiatico che propongono prezzi particolarmente aggressivi a scapito delle normative e della tutela ambientale. 

L’efficienza parla americano - Ultima modifica: 2009-10-28T10:54:16+01:00 da La Redazione