HomeScenariEnergia ed export, percorsi obbligati

Energia ed export, percorsi obbligati

C’è chi scommette sull’energia e chi pensa a nuove vie per le esportazioni. Da Anie e Anima i dati aggiornati sull’andamento del settore elettronico e dell’industria meccanica in Italia

Leggi le riviste ⇢

Ti potrebbero interessare ⇢

Virna Bottarelli

Si sono tenute lo scorso luglio le assemblee annuali di Anie e Anima. I due settori di riferimento, quello elettronico ed elettrotecnico e quello della meccanica varia, dopo un 2009 molto difficile, provano a ripartire.

Dopo il rallentamento emerso già nel corso del 2008, i settori rappresentati da Anie hanno sperimentato un sensibile calo del fatturato aggregato (-12,7%). L'elettrotecnica ha mostrato accentuati segnali di sofferenza (-9,9% la variazione del fatturato aggregato nel 2009; +1,5% la corrispondente variazione nel 2008), mentre l'elettronica ha visto aggravarsi le tendenze recessive già evidenziate nell'anno precedente (-18,3% la variazione del fatturato aggregato, rispetto al -6,3% nel 2008).
Preoccupano anche i minimi storici toccati dai livelli produttivi e il grado di utilizzo degli impianti che è sceso, a fine 2009, al 65%, contro l'80% medio annuo registrato nell'ultimo decennio. Altri segnali dello stato di difficoltà in cui versa il settore sono poi il massiccio ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni, nel 2009 ai massimi dell'ultimo decennio, e la caduta dei livelli occupazionali.
A completare il quadro, un mercato interno che resta debole (-2,5% la variazione rispetto al 2008) e l'impossibilità di cogliere le opportunità offerte dal canale estero (-16,9% nelle esportazioni nel 2009).
Che cosa aspettarci allora, da un settore così compromesso dalla crisi? Secondo Guidalberto Guidi, presidente di Confindustria Anie, sebbene occorra aspettare per parlare di ripresa per l'industria delle tecnologie, nei primi mesi del 2010 “le imprese high tech sembrerebbero aver iniziato a cogliere sui mercati esteri i primi moderati frutti dei forti sacrifici e delle strategie messe in campo nell'ultimo anno per resistere alle tendenze recessive”. Sembra, quindi, che la crisi non abbia indebolito la capacità delle aziende italiane di investire in innovazione, soprattutto negli ambiti dell'efficienza energetica e della sostenibilità ambientale. “Energia, automazione, building, comunicazione e trasporti sono i settori strategici della politica industriale per il prossimo futuro”, prosegue Guidi, precisando come le industrie rappresentate da Anie possano contribuire in modo fondamentale alla ripresa, “fornendo le tecnologie a più alto contenuto innovativo per le reti infrastrutturali”.
A supporto del cauto ottimismo mostrato dagli addetti ai lavori, i dati del primo quadrimestre del 2010: a confronto con il corrispondente periodo dell'anno precedente, l'industria elettrotecnica ha registrato una variazione positiva del 10,7% e l'elettronica del 12,4% (+4,5% nella media dell'industria manifatturiera).

Nuove vie per l'export

In occasione dell'assemblea annuale, Anima ha presentato una prima inversione di tendenza del settore nel 2010 per quanto riguarda produzione (+2,1%) ed export (+3,1%). Nessuna novità positiva invece sui fronti dell'occupazione, il cui calo si è tuttavia attenuato, e degli investimenti, che rimangono ai livelli del 2009. Come ha commentato Sandro Bonomi, presidente di Anima: “Le esportazioni stanno ripartendo e nel mercato post-crisi si stanno disegnando nuove rotte per l'export”. Nuove vie di sbocco all'orizzonte, allora, per le nostre imprese? La risposta la dà sempre Bonomi: “Nel giro di pochi mesi è cambiato il peso specifico di certe destinazioni, con i mercati extraeuropei che stanno diventando sempre più importanti per la meccanica nostrana”.
In due anni le esportazioni verso l'Europa (Europa a 27 + altri Paesi UE) perdono nove punti percentuali passando dal 60% nel 2007 al 51% nel 2009, mentre si assiste a un'espansione dell'export verso i Paesi emergenti, come quelli africani (dal 7% nel 2007 all'11% nel 2009) e quelli asiatici (dal 20% del 2007 al 24% del 2009), mentre resta sostanzialmente invariato il peso di America Latina (4%) e Nord America (8%).
“La ripresa globale parte da est; l'industria italiana sta risalendo la china grazie alle esportazioni e sembra poter agganciare prima di altri settori la crescita in atto nel commercio mondiale”, continua Bonomi. “Il settore manifatturiero e la meccanica in particolare stanno guadagnando spazi di manovra verso i Paesi emergenti, soprattutto Est Europa, Africa settentrionale e Asia; in questo scenario, per rimanere competitivi, è necessario mettere in atto nuove strategie di cooperazione con l'intera filiera produttiva, sia a livello nazionale sia europeo”. L'auspicio è che si definisca una politica industriale europea basata su proposte condivise: “L'intesa deve partire, ad esempio, da Federacciai e Assofond, favorendo l'affermazione del Made in Italy all'interno di un'Europa che si muova, finalmente, in modo coordinato e con strategie comuni a tutti gli Stati membri”.
Da un'analisi dei macrosettori facenti parte dell'universo Anima si evince che il comparto meno colpito dalla crisi del 2009 è stato quello delle macchine e degli impianti per la produzione di energia (-4% il consuntivo 2009, +2,2% le previsioni 2010). Al suo interno, rilevante l'exploit delle turbine a gas, per le quali, dopo il crollo nel 2009 (-14,9%), si prevede un forte rialzo nel 2010 (+26%). È modesto, invece, il recupero del comparto pompe nelle previsioni 2010 (+4,5%), dopo la contrazione verificatasi nel 2009 (-16,9%). Attrezzature e impianti petroliferi proseguono su un trend positivo (+6,6% nel 2009 e +4,8% nel 2010).
Il 2009 ha fatto registrare un -16,5% nel settore della logistica e della movimentazione delle merci, che si prevede risalga di un +2,4% nel 2010. Calo del 10,2% per le tecnologie e attrezzature per prodotti alimentari e -22,7% nelle tecnologie e prodotti per l'industria in generale, con previsione, per queste ultime, di un +11,6% per il 2010. Sofferenze gravi sono da segnalare per gli impianti, le macchine e i prodotti per l'edilizia (-21,8% nel 2009 e solo +1% previsto per il 2010), con una crisi perdurante per le macchine edili, stradali minerarie e affini, che al momento non riescono a recuperare neanche nell'export. Medesima sorte per il settore delle macchine e degli impianti per la sicurezza dell'uomo e dell'ambiente, per il quale è previsto un andamento stabile dopo il -17,8% del consuntivo 2009, con picchi negativi per alcuni comparti come le casseforti e gli impianti di insonorizzazione.

Energia ed export, percorsi obbligati - Ultima modifica: 2010-09-01T11:21:16+02:00 da La Redazione