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In Europa si punta ancora su impresa e formazione

Presentato in Commissione Europea un piano d'azione destinato a sostenere le imprese, che sottolinea il ruolo fondamentale dell'istruzione e della formazione per far crescere nuove generazioni di imprenditori

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Virna Bottarelli
Per riprendere il cammino della crescita e tornare a livelli più elevati di occupazione, l'Europa ha bisogno di un maggior numero di imprenditori. Questo è il pensiero alla base del  piano d'azione presentato il 9 gennaio 2013 da Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione Europea e responsabile per l'Industria e l'imprenditoria, che sottolinea il ruolo fondamentale dell'istruzione e della formazione per far crescere nuove generazioni di imprenditori e prevede misure specifiche a sostegno degli imprenditori in erba tra i giovani, le donne, gli anziani, i migranti e i disoccupati.

Il piano affronta anche gli ostacoli che limitano l'imprenditorialità, prevedendo misure ambiziose per favorire le start-up e la creazione di nuove imprese.

"Il nostro obiettivo è quello di far sì che diventare imprenditore sia una prospettiva attraente e accessibile per i cittadini europei", dice Tajani. "È questo il messaggio chiave del nostro piano d'azione. Se saremo in grado di liberare le potenzialità imprenditoriali dell'Europa riusciremo a riprendere il cammino della crescita".
La formazione all'imprenditoria nell'ambito dell'istruzione superiore può stimolare la creazione di imprese high-tech e ad alta crescita grazie al sostegno offerto agli ecosistemi imprenditoriali, ai partenariati e alle alleanze industriali.

Il piano indica anche sei ambiti chiave in cui occorre intervenire: l'accesso ai finanziamenti, con la proposta di creare un mercato europeo della microfinanza e la semplificazione della fiscalità per consentire alle Pmi di ottenere finanziamenti mediante investimenti diretti privati; il sostegno nelle fasi cruciali del ciclo vitale dell'impresa, con destinazione da parte degli Stati membri di maggiori risorse per aiutare le nuove imprese a superare il periodo di avviamento, con la formazione degli amministratori, il tutoraggio in tema di R&S, la costituzione di reti con i pari e con i fornitori e clienti potenziali; la valorizzazione delle nuove opportunità imprenditoriali dell'età digitale, con un maggiore sostegno alle start-up stabilite sul web e al rafforzamento delle competenze in questo campo; l'agevolazionedel trasferimento di imprese, che inverta la tendenza secondo la quale ogni anno circa 450mila imprese con 2 milioni di dipendenti sono trasferite a nuovi proprietari all'interno dell'Europa con una conseguente perdita di circa 150mila imprese e 600mila posti di lavoro. In particolare la Commissione propone di espandere i mercati per le imprese e di eliminare gli ostacoli ai trasferimenti transfrontalieri; la seconda opportunità per gli imprenditori onesti dopo un fallimento, con la proposta di spostare l'attenzione dalla liquidazione verso una nuova impostazione che aiuti le imprese a superare le difficoltà finanziarie; la semplificazione amministrativa.

La Commissione intende inoltre promuovere l'imprenditorialità fra gruppi specifici della popolazione: le donne (solo il 34,4% dei lavoratori autonomi in Europa sono donne); gli anziani, il cui know-how andrebbe trasferito alle future generazioni affinché sia per esse più agevole avviare un'impresa; i migranti, per i quali un'attività autonoma può costituire un'opportunità preziosa di emancipazione economica e inclusione sociale.

L'indagine Flash Eurobarometro 'Entrepreneurship in the EU and beyond', presentata da Tajani, sottolinea che nel 2009 gli europei che desideravano avere un'attività in proprio erano il 45%, (in Italia erano il il 51%) e che negli ultimi tre anni il numero si è ridotto del 20%.
Serve quindi un incoraggiamento attraverso azioni concrete.

In Europa si punta ancora su impresa e formazione - Ultima modifica: 2013-01-10T15:18:25+01:00 da Virna Bottarelli