La ricerca “Digital Manufacturing - i numeri del cambiamento tra opportunità e minacce”, promossa dal Laboratorio sul Supply Chain & Service Management (Scsm) dell'Università degli Studi di Brescia, ha svelato il grave ritardo delle aziende italiane nell'implementazione delle nuove tecnologie digitali. I ricercatori dell'ateneo, con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico e il supporto di Siemens Plm Software, hanno valutato la conoscenza e l'impiego reale di sette tecnologie digitali, in grado di modificare, in maniera sostanziale, processi/prodotti/modelli di business: Stampa 3D & 3D Scanning, Internet delle Cose, Social Manufacturing, Realtà Aumentata, Realtà Virtuale, Intelligenza Artificiale & Robotica, Nanotecnologie & Materiali avanzati.
I risultati preliminare sono stati decisamente negativi. Infatti, come sottolineano gli stessi ricercatori, è evidente come “la maggioranza delle imprese analizzate non stia utilizzando nessuna tecnologia (e non abbia nemmeno previsto di farlo nel breve periodo): solo il 35% delle aziende sta implementando (almeno) una delle tecnologie indagate”.
Scendendo nel dettaglio della ricerca emerge come la stampa 3D sia conosciuta da oltre il 70% delle realtà coinvolte, così come l'Internet delle Cose (IoT) è apparentemente nota ad oltre la metà dei soggetti. In realtà la comprensione è superficiale e ben lontana da una reale implementazione nei processi produttivi. Basti pensare che solo il 30% delle aziende dichiara di possedere una conoscenza approfondita della stampa 3D e solo il 5% conosce bene l'IoT.
Le cose non vanno molto meglio per la altre tecnologie, praticamente sconosciute a circa il 70% delle aziende manifatturiere italiane. In valore peggiore, in particolare, è quello ottenuto dalle nanotecnologie, note solo al 15% dei soggetti intervistati