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L'Europa crede nel gas

Con l'inizio dei lavori del South Stream, si apre una via più 'sicura' per l'approvvigionamento di gas in Europa

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Massimiliano Cassinelli

Gazprom, Edf, Wintershall ed Eni hanno inaugurato ufficialmente i lavori di South Stream, il nuovo gasdotto offshore che collegherà direttamente la Russia all'Europa. Il tutto seguendo un percorso a sud del Mar Nero, by-passando così i Paesi che negli scorsi anni avevano minacciato l'approvvigionamento europeo.
L'Europa, quindi, sembra credere nel gas come fonte energetica di riferimento per i prossimi decenni. A confermarlo un recente studio firmato da Valeria Termini, professore ordinario di Economia Politica all'Università di Roma Tre, componente del collegio dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas (Aeeg) e membro del Board of Regulators dell'Agency for the Cooperation of Energy Regulators (Acer).
In particolare, come emerge dal documento, tradizionalmente la domanda di gas ha un andamento correlato alla crescita economica e nuovi elementi strutturali attribuiscono una crescente importanza al gas, il meno inquinante tra i combustibili fossili. Il tutto anche alla luce delle politiche per il contenimento delle emissioni di anidride carbonica, la graduale exit strategy dal nucleare, il ruolo di backup svolto oggi dal gas per le energie rinnovabili e la consistente riduzione del prezzo del gas sui mercati spot, che ne favorisce l'uso per la produzione elettrica. Tutte situazioni che fanno prevedere alla International energy agency (Iea) una crescita importante nella domanda di gas dell'Unione europea nei prossimi due decenni, sia pure al netto degli effetti della crisi economica. Anche per questo il ruolo del gas assume una valenza strategica nuova negli equilibri dell'Unione europea, che importa oltre il 60% dei propri consumi.

L'Europa crede nel gas - Ultima modifica: 2013-01-04T15:08:35+01:00 da Massimiliano Cassinelli