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MBR, le nuove frontiere della depurazione secondo Servizi Ambientali

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La redazione

Giovanni Paganelli, il direttore generale di Servizi Ambientali SpA, l'azienda che gestisce il depuratore delle acque reflue di Borghetto Santo Spirito, nei pressi di Loano, fu tra i primi, in Italia, a credere nella tecnologia dei bioreattori a membrana (Mbr, Membrane BioReactor), scegliendo otto anni fa di implementare un sistema ibrido nel quale, per il processo di separazione solido liquido, potessero coesistere la tecnica Mbr con quella tradizionale di sedimentazione. La tecnologia Mbr permise, in soli sei mesi e senza la necessità di opere civili, di aumentare la capacità di trattamento dell’impianto dagli originali 50mila abitanti equivalenti agli attuali 140mila, con una riduzione del 60% della superficie occupata. Il risultato fu reso possibile dall'impiego di quattro cassette di membrane General Electric ZeeWeed 500d, ora distribuite da Xylem Water Solutions, che, grazie a un sofisticato sistema di controllo, permettono di depurare 13mila m3 di liquami al giorno. Le membrane sono basate su un particolare polimero in grado di trattenere le impurità di dimensioni superiori a 0,035 micrometri. L'unico limite della tecnologia Mbr è rappresentato dalla necessità di un'accurata gestione del processo di lavaggio delle membrane stesse, preservando la permeabilità ed evitando il rischio di rottura.

Per gestire il sistema è stato scelto un sofisticato sistema di automazione ridondato che consente di garantire il funzionamento ottimale dell’impianto 24 ore al giorno senza necessità di presidio. Malgrado le significative quantità di liquami trattati, infatti, l'intero impianto è reso completamente autonomo, anche grazie a una rete di 5mila sensori che allertano il personale solo in caso di effettiva necessità. Per il controllo sono utilizzati 19 plc ridondati, che eseguono, in parallelo, gli stessi codici. In caso di fault di un'apparecchiatura, il controllo è quindi garantito in tempo reale dalla macchina 'gemella'.

Francesco Mazzitelli, amministratore unico di Sct, che ha curato l'automazione dell'impianto di Borghetto Santo Spirito, sottolinea come la corretta gestione dell'automazione sia facilitata dal fatto che i liquami arrivano all'impianto da un sistema di sollevamento. Una peculiarità che permette di conoscere e prevedere perfettamente il flusso in entrata. Una simile caratteristica consente di ottimizzare l’automazione dell’intero processo, poiché l’impianto lavora su valori sempre noti. Un impianto Mbr, come quello di Borghetto, richiede oggi meno di 0,4 kWh per ogni metro cubo di liquami trattati, mentre le soluzioni di soli dieci anni fa, con un minor tasso di automazione, avevano consumi medi di 0,8 kWh/m3.

Il sistema di diagnostica integrato monitora il trend dei singoli parametri e, quindi, permette di intervenire in modo predittivo per anticipare l'insorgenza di eventuali problemi: registra costantemente i valori relativi ai consumi elettrici (che rendono conto della permeabilità delle membrane) e di alcuni parametri biologici specifici. A fronte di un progressivo peggioramento di questi valori viene attivato, in autonomia, un ciclo di lavaggio, che riporta le membrane in condizioni di funzionamento ideale. Al contrario, se tutti i parametri rimangono all'interno del range prefissato, il ciclo di pulizia viene attivato solo settimanalmente.

 

 

 

 

MBR, le nuove frontiere della depurazione secondo Servizi Ambientali - Ultima modifica: 2015-10-21T15:35:47+02:00 da La Redazione