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Meno investimenti senza sicurezza

Il Ministero della Difesa sottolinea che il flusso degli investimenti internazionali si ridurrà nei Paesi che non potenziano adeguatamente la sicurezza delle infrastrutture critiche

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Massimiliano Cassinelli

Le infrastrutture critiche sono sempre più interconnesse tra loro e un incidente, in un punto specifico, può propagarsi a grande distanza, coinvolgendo anche altri settori. É questo, in estrema sintesi, l'allarme dello studio “La strategia globale di protezione delle infrastrutture e risorse critiche contro gli attacchi terroristici”. Un documento, reso pubblico dal Ministero della Difesa, curato dal Centro Militare di Studi Strategici e firmato dal professor Roberto Setola.
In particolare viene messo in evidenza come “l'estensione e la quantità di asset che compongono tali infrastrutture rende praticamente impossibile una loro protezione globale, ciò anche in relazione al fatto che la tipologia delle minacce si va, a causa dei fenomeni di interdipendenza, amplificando e generalizzando.
In questo contesto terroristi, o più in generale criminali, potrebbero effettuare attacchi contro tali infrastrutture, identificate come target attrattivi, sia per gli effetti materiali e psicologici legati al venir meno dei servizi essenziali che esse erogano alla popolazione, sia per la relativa facilità di individuazione ed accesso alle stesse”.
Oltre a lanciare l'allarme e analizzare la realtà del nostro Paese, anche in relazione a quanto sta accadendo all'estero, un'attenzione particolare viene riservata ai costi della non sicurezza. Al punto che, si legge nelle pagine finali del documento, “il non-investire in sicurezza (nell'accezione di garantire la continuità operativa delle diverse infrastrutture critiche) comporterà una crescente emarginazione dello specifico Stato nello scenario mondiale. Infatti, aumentando il divario fra Paesi “affidabili” e Paesi in cui i rischi sistemici sono maggiori, il flusso degli investimenti internazionali andrà a ridursi in questi ultimi a beneficio dei primi, accentuando in tal modo l'effetto di “divide”. Inoltre quei Paesi/soggetti considerati non affidabili avranno maggiore difficoltà (e quindi un costo maggiore) ad accedere alle grandi infrastrutture internazionali”.

Meno investimenti senza sicurezza - Ultima modifica: 2012-02-23T09:37:33+01:00 da Massimiliano Cassinelli