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Sistri, questo sconosciuto

Nato in risposta all’emergenza campana e pensato come deterrente per le ecomafie, il nuovo sistema di Tracciabilità dei Rifiuti promosso dal Ministero dell’Ambiente è ormai prossimo al varo. Dubbi e perplessità, però, non sembrano superati

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Valeria De Domenico

Quello dello smaltimento dei rifiuti speciali è un tema che coinvolge parecchi comparti dell'industria, bruciando a pelle. I soggetti interessati sono, infatti, non solo le tante imprese che si occupano del trasporto, dello stoccaggio e poi dello smaltimento dei materiali di scarto pericolosi, ma soprattutto le centinaia di aziende e di enti civici che i rifiuti li producono, senza contare la popolazione che rischia di essere penalizzata da episodi di inquinamento ambientale in caso di mal funzionamento del sistema. Che la tecnologia di controllo dei processi industriali potesse fornire valide risposte era nelle aspettative di molti e già lo scorso mese abbiamo conosciuto, proprio tra le pagine di questa rubrica, interessanti realtà aziendali, che negli ultimi anni hanno investito nel settore.
Non ci stupisca dunque la forte attenzione venutasi a creare intorno al Sistri, il progetto lanciato dal Ministero dell'Ambiente come strumento per combattere le disfunzioni nello smaltimento dei rifiuti pericolosi nel nostro Paese. Il Sistri è un sistema elettronico di controllo, che consentirebbe la tracciabilità dell'intera filiera dei rifiuti speciali, nonché dei rifiuti urbani in Campania, nato innanzitutto per limitare le ingerenze della criminalità organizzata sul settore. Il sistema, la cui gestione è stata affidata al Comando Carabinieri per la tutela dell'Ambiente, avrà un'interconnessione telematica con altre istituzioni: l'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), le Arpa (Agenzie Regionali Prevenzione e Ambiente), l'Albo nazionale dei gestori ambientali, la Guardia Costiera e le imprese ferroviarie. Le informazioni raccolte dalla banca dati riguarderanno produzione, movimentazione e gestione dei rifiuti, secondo le diverse richieste della normativa comunitaria.

Presentiamo il Sistri...
per quanto possibile

Tra i soggetti con obbligo di iscrizione compaiono, ad esempio, i produttori iniziali di rifiuti pericolosi, i commercianti e gli intermediari di rifiuti senza detenzione, i consorzi istituiti per il recupero e il riciclaggio di particolari tipologie di rifiuti che organizzano la gestione di tali rifiuti per conto dei consorziati, i trasportatori professionali e non di rifiuti pericolosi e tutti i comuni, gli enti e le imprese che gestiscono i rifiuti urbani nel territorio della Regione Campania. A costoro saranno consegnati un dispositivo Usb per l'accesso in sicurezza dalla propria postazione al sistema informatico, che consenta la trasmissione dei dati, firmi elettronicamente le informazioni fornite e le memorizzi sul dispositivo stesso, una black box da installarsi su ciascun veicolo che trasporta rifiuti e apparecchiature funzionali a monitorare l'ingresso e l'uscita degli automezzi dagli impianti di discarica.
Come funziona l'abbiamo dunque capito: grazie ad una chiavetta Usb (comprensiva di un software di identificazione di carico e scarico dei rifiuti) e a un dispositivo Gps per la localizzazione satellitare del veicolo.
Rimane, invece, un mistero (che sembra non sia ancora stato dipanato dagli stessi addetti stampa del Ministero dell'Ambiente), chi ha sviluppato questi dispositivi. Voci del web parlano di un noto produttore di software per la gestione di rifiuti, forse di Modena. Qualcuno ipotizza il coinvolgimento di Selex Service Management, del gruppo Finmeccanica, a nome della quale sarebbe registrato il sito di riferimento del progetto. Il server cui si appoggia il sistema sarebbe di Tiscali. Nulla di confermato da fonti ufficiali.
Intanto chi da dieci anni propone sul libero mercato software per la gestione informatizzata degli adempimenti connessi alla tenuta dei registri di carico e scarico dei rifiuti, la compilazione dei formulari di accompagnamento e l'emissione del Mud-Modello Unico di Dichiarazione Ambientale (come, ad esempio, PrometeoRifiuti), corre ai ripari e annuncia che il proprio software “sarà interfacciato al Sistri non appena saranno disponibili i protocolli di comunicazione”, sui quali, aggiungiamo noi, vige ancora grande riserbo.

Istruzioni per l'uso

Parecchi sono stati i seminari organizzati in queste settimane dai vari organi associativi coinvolti, mirati tutti a rispondere al bisogno diffuso e pressante di fare chiarezza su parecchi punti oscuri del protocollo operativo, che nonostante i buoni propositi, impone una serie di inevitabili procedure burocratiche e lascia parecchi dubbi sulla funzionalità del sistema. Presso la Camera di Commercio di Milano, ad esempio, durante un lungo dibattito cui ha partecipato come rappresentate del Ministero anche Lucia Mastacchini, emergevano perplessità sui comportamenti da adottare quando si esce dal territorio nazionale, oppure su quanto sia realistico che i carabinieri riescano a controllare le centinaia di migliaia di movimenti registrati dal Gps.
Si è tenuto invece a Napoli il Convegno Studio patrocinato da ConfApi. In quest'occasione, Sergio Benassai, presidente del Comitato Esperti Onu Trasporto Merci Pericolose, ha messo in evidenza come esistano delle discrepanze, ad esempio, tra la definizione di rifiuti pericolosi espressa dalla normativa e quella accettata dall'Adr (Accordo europeo relativo al trasporto internazionale stradale di merci pericolose) e, ancora, come per certuni casi specifici invece di snellire le procedure, l'adozione del nuovo sistema elettronico imporrà la compilazione di ulteriori documenti. Tra i relatori del convegno abbiamo incontrato Gianni Paone, responsabile Settore Ambiente Api Napoli e amministratore unico di Nica, società che dal 1988 opera nella produzione, distribuzione e assistenza di software per la gestione dei rifiuti.
A Gianni Paone, che ha esposto le sue perplessità rispetto al pericolo di vedere stravolta la logistica per le imprese di trasporto, rallentate le attività operative degli impianti e duplicate le contabilizzazioni per usi interni, abbiamo chiesto quali siano a suo avviso i limiti da un punto di vista innanzitutto tecnologico del nuovo sistema di Tracciabilità dei Rifiuti elaborato dal Ministero dell'Ambiente, se messo a confronto con le alternative offerte dal libero mercato. “Il termine 'limiti' evoca un'azione che, pur presentando dei difetti, ha sempre un'efficacia”, ci ha risposto Paone. “Per il Sistri, io parlerei di 'difficoltà' che impediscono totalmente la realizzazione delle attività produttive. Da un punto di vista normativo sembra uno strumento studiato essenzialmente per immettere sul mercato un numero considerevole di apparecchiature elettroniche, a vantaggio esclusivo di un unico fornitore identificato dal Ministero, e per coinvolgere il maggior numero di soggetti (produttori di rifiuti pericolosi e non) costretti al pagamento di un contributo annuo per finanziare il sistema. Il libero mercato offre sicuramente alternative molto più sofisticate di quelle predisposte dal Ministero, anche perché sono basate su richieste specifiche che pervengono dal mercato di riferimento. Esistono Gps molto evoluti, con computer di bordo, con sintesi vocale e servizi aggiuntivi che sarebbero sicuramente più utili alle imprese di quanto non possa essere il sistema adottato dal Ministero che, anche se propaganda semplificazione, in realtà produce enormi difficoltà operative per la complessità della gestione prevista. A mio avviso, inoltre, questa iniziativa avrà scarsa efficacia nella lotta contro le ecomafie, poiché i delinquenti sicuramente non si iscriveranno al Sistri e, in un momento di crisi come quella che stiamo vivendo, produrrà effetti negativi sulle piccole imprese”. A conti fatti abbiamo avuto una prima proroga dei termini per l'iscrizione al programma. Gli analisti sostengono che qualora il progetto si attivi come previsto entro l'estate 2010, sarà necessario un tempo di rodaggio di almeno un paio di anni. Il sistema dovrebbe dunque operare a pieno regime solo nel 2013.

Debacle o nuovo business?
Tra gli operatori, però, c'è anche chi interpreta ottimisticamente le novità introdotte dal Ministero. Bonfiglio Mariotti, presidente del Cda di Italstudio, società che realizza software per lo smaltimento dei rifiuti, e presidente di Assosoftware ha, ad esempio, promosso all'interno dell'associazione, un gruppo di lavoro che si occupa del Sistri, intendendo definire il ruolo che le software house possono andare a ricoprire nel nuovo scenario. L'ottimismo nasce dalla convinzione che “in un mercato sempre più complesso puntare sul controllo ineluttabile, perché basato sul digitale, della movimentazione dei rifiuti, possa essere un elemento chiave per recuperare legalità e vantaggio competitivo, non solo in favore dello Stato, ma anche per tutto il comparto”. Alla costituzione del Gruppo Ambiente partecipano le software house già socie di Assosoftware, che realizzano software per la gestione dei rifiuti, ma sono state invitate anche tutte le altre software house che in Italia operano nel settore. “Obiettivo del Gruppo”, ci ha spiegato Mariotti, “è innanzitutto identificare alcune linee comuni fra le aziende informatiche che operano in questo settore per interagire con le istituzioni e in particolare con il Ministero dell'Ambiente. Nella fattispecie, è già stato chiesto allo stesso Ministero un tavolo di confronto tecnico che garantisca l'interoperabilità fra i software utilizzati da tutta la filiera dei rifiuti e Sistri: per interoperabilità si intende l'integrazione con la predisposizione di norme tecniche, tracciati record e quanto altro serve per queste finalità”. In qualità di presidente di Assosoftware, lo scorso 11 marzo Mariotti è stato addirittura invitato all'audizione presso la Commissione Parlamentare Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici. In quella occasione, è stato ribadito chiaramente il ruolo chiave delle software house del settore rifiuti e sono state sottolineate le opportunità che si aprono per le software house di questo comparto. “Sicuramente assistenza, integrazione e installazione non possono essere garantiti semplicemente con l'attivazione di un call center, come nelle intenzioni del Ministero dell'Ambiente.
A tal proposito, abbiamo chiesto la sottoscrizione di un accordo quadro per garantire ai soggetti obbligati all'iscrizione a Sistri l'assistenza qualificata delle software house rappresentate da Assosoftware”.

Sistri, questo sconosciuto - Ultima modifica: 2010-04-29T13:54:37+02:00 da La Redazione