La competitività dell'Italia sul costo del lavoro, continua lo studio, ''si è erosa in modo considerevole negli ultimi dieci anni'', e anche la sua produttività, come avvenuto in Francia, Finlandia e Lussemburgo, è peggiorata dal 2007 al 2012.
A gravare sul crollo della competitività italiana, l'aumento del salario lordo nominale combinato con zero crescita della produttività. Una produttività che, malgrado le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, è in continua diminuzione. Un dato ancor più preoccupante se confrontato con altri Paesi europei, come Spagna, Grecia, Portogallo, Irlanda e Cipro dove, malgrado la crisi, il dato sulla produttività risulta in aumento. Al punto che proprio Spagna e Grecia hanno valori migliori rispetto ai nostri.
Le 'ricette' per invertire questa tendenza sono ormai note e la Commissione Ue ha più volte sollecitato i politici italiani a spostare la riduzione del carico fiscale dalla casa al lavoro e alle imprese. Così come sarebbe necessario ridurre il costo dell'energia (il più elevato dell'Eurozona) e accelerare le riforme che gravano sulla competitività industriale, creando anche nuovi posti di lavoro.