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Ancora in calo i consumi energetici nell’industria

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Massimiliano Cassinelli

Anche se, dal prossimo mese, sono previsti rincari delle tariffe energetiche, “Relazione sulla situazione energetica nazionale – 2015” appare molto positiva: “Il consolidarsi dell’offerta di greggio e gas ha esercitato un’ulteriore pressione al ribasso sui prezzi; a tale riduzione è seguita una ripresa dei consumi nei paesi Ocse, in particolare in Europa. È proseguita la diffusione delle fonti rinnovabili con un contributo rilevante delle economie emergenti, in particolare della Cina. Per la prima volta dopo 10 anni si è ridotto il commercio mondiale di carbone”. Se questa è la situazione internazionale, a livello italiano il documento sottolinea come, in Italia, “pur permanendo una significativa dipendenza dalle fonti estere, è continuata la transizione, in corso da alcuni anni, verso un sistema energetico più efficiente, autonomo e a minor intensità di carbonio”.

Per quanto riguarda i consumi, dopo un trend negativo di quattro anni, è aumentata la domanda di energia primaria, sostenuta dalla più favorevole congiuntura economica, che rimane tuttavia a livelli storicamente bassi.

Le analisi del Ministero dello Sviluppo economico confermano, comunque, “una generalizzata riduzione delle produzioni nazionali”, mentre “sono aumentate le importazioni, specie quelle di idrocarburi, e il grado di dipendenza dall’estero. La minor produzione interna si è estesa anche alle energie rinnovabili: a ciò ha contribuito il ritorno della produzione idroelettrica a valori normali dopo la forte crescita del 2014 legata a uno straordinario livello delle precipitazioni”.

Per la prima volta dal 2010 sono aumentati i consumi finali. Ma preoccupa il fatto che questo non è avvenuto nell’industria, “le cui dinamiche generali sono state influenzate da una ricomposizione verso i settori più efficienti e a minore intensità di energia”.

Infine, a fronte di una riduzione della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, “si è registrata una crescita del ricorso alle rinnovabili termiche, in particolare legna da ardere e pellet per il riscaldamento, che confermano, come già accaduto nel 2014, il raggiungimento in anticipo degli obiettivi al 2020 in termini di incidenza delle rinnovabili sui consumi finali lordi di energia (17%). Il differenziale fra i prezzi dei prodotti energetici in Italia e nell’Unione europea rimane positivo, seppur in riduzione, sostanzialmente per effetto della diversa pressione fiscale. Data la difficoltà di ridurre gli usi di energia nel breve-medio periodo, la dinamica dei prezzi si può riflettere in una maggiore spesa e quindi in una perdita di competitività per le imprese e in un aggravamento della povertà energetica delle famiglie. L’importanza di quest’ultimo fenomeno richiede di approntare una più accurata misurazione”.

Ancora in calo i consumi energetici nell’industria - Ultima modifica: 2016-06-29T09:03:25+02:00 da Massimiliano Cassinelli