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E la ripresa è confezionata

Per il settore del packaging, pare che la crisi sia alle spalle. Lo dicono i dati presentati da Ucima in occasione di interpack

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Giorgia Andrei
Il fatturato 2010 dei produttori italiani di macchine per il packaging è stato di 3.759 milioni di euro. La cifra, che ha superato del 16,4% quella registrata nel 2009, è di poco inferiore ai 3.827 milioni di euro del 2008, anno record per il settore.
L’ottima performance del 2010 ha consentito ai costruttori italiani di rinforzare la loro posizione di leadership internazionale, assicurandosi uno share del 25,7% del mercato mondiale (nel 2009 la percentuale era del 24,6). In aumento anche la quota delle vendite all’estero, cresciute del 16%, mentre la crescita media mondiale è del 13,2%.

Oem italiani primi nell’export

L’industria italiana delle macchine per il confezionamento ha riportato nel 2010 un aumento nella quota di export, che rappresenta l’88,4% del fatturato totale. Le vendite all’estero, che toccano quota 3.322 milioni di euro, sono state alimentate dal boom registrato nei mercati emergenti e dalla ripresa di alcuni mercati tradizionali. La Cina è il primo dei Paesi verso i quali esportiamo (vendite per 391.200 milioni di euro); seguono gli Stati Uniti (vendite per 271.600 milioni di euro) e la Francia (vendite per 259.700 milioni di euro). Tra i mercati emergenti, buoni risultati sono stati conseguiti in Russia, con una crescita del 22,6% ed esportazioni per un valore di 142.200 milioni di euro, e in Brasile, con una crescita dell’82,3% e export per un valore di 124.100 milioni di euro. Mercati maturi come il Regno Unito e la Svezia hanno dato risultati soddisfacenti, mentre sono cadute le vendite verso la Germania (-7,2%) e la Spagna (-9,8%). In totale, circa il 65% delle esportazioni italiane è diretto nei mercati al di fuori dell’Unione Europea, con l’Asia a rappresentare la prima area di esportazione (26,3% delle vendite totali), seguita da America Latina, Nord America, Medio Oriente e il resto del mondo, che si spartiscono quote tra l’8 e l’11%.

Mercato interno e previsioni

Il fatturato generato dal mercato interno nel 2010 è stato di 437 milioni di euro, il 13,6% in più rispetto al 2009. Le vendite di macchine per il packaging in Italia hanno raggiunto il valore di 788 milioni di euro, con i costruttori italiani che mantengono una quota del 55,4% del mercato. Le importazioni sono state pari a 3514 milioni di euro. Grazie all’aumento del 20,5% negli ordini registrati nel 2010, il settore si è garantito, per il primo quarto del 2011, 4,7 mesi di lavoro, il livello più alto dal 2008 a oggi. Rispetto al periodo corrispondente dell’anno precedente, i primi quattro mesi del 2011 hanno registrato una crescita del 24,4% del fatturato. Non mancano quindi elementi positivi per pensare a un consolidamento della ripresa nell’anno in corso.

Beni alimentari e bevande traineranno il settore

Secondo la Vdma, l’Associazione tedesca dei costruttori di macchinari e impianti l'industria alimentare e quella delle bevande, seguite dal settore farmaceutico, rappresentano il principale mercato di sbocco per i macchinari per il packaging. I due macro settori coprono rispettivamente il 60% e il 20% dei mercati di destinazione delle soluzioni di confezionamento. Si parla, a livello mondiale, di un commercio che nel 2008 ha toccato il valore di 14,6 miliardi di euro e per il quale il calo della domanda, tra il 2008 e il 2009, non è attribuibile a una saturazione del mercato ma al negativo quadro economico mondiale. La domanda di generi alimentari e bevande confezionate, infatti, è in aumento. Secondo la società di ricerca Euromonitor, entro il 2014 essa crescerà del 12% per quanto concerne gli alimenti e del 19% per le bevande. Si tratta di dati che non sorprendono, perché correlati alle previsioni crescita demografica a livello mondiale: entro il 2050 oltre 9 miliardi di persone popoleranno il pianeta, il 30% in più rispetto a oggi. Sono, però, le dinamiche socio-culturali che, ancora più del mero dato demografico, influiscono sulle tecnologie per il packaging, come le dimensioni sempre più ridotte dei nuclei familiari e la diffusione su vasta scala del modello di vita ‘occidentale’. È facile immaginare che famiglie sempre meno numerose facciano salire la domanda di un packaging con misure sempre più ridotte e che lo stesso prodotto debba essere disponibile in confezioni e formati diversi. A loro volta, i macchinari usati per realizzare tali soluzioni devono essere sempre più flessibili e capaci di realizzare un'ampia gamma di formati in tempi rapidi.

E la ripresa è confezionata - Ultima modifica: 2011-06-24T10:38:54+02:00 da La Redazione