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Federmacchine: è ripartita l’industria italiana dei beni strumentali

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Nicoletta Buora

Archiviato un 2020 davvero complicato, sebbene migliore rispetto alle attese stilate a inizio pandemia, nel 2021 l’industria italiana costruttrice di beni strumentali registra ripresa sostenuta dell’attività.

Questo è quanto emerge dai dati di Federmacchine, rilasciati in occasione dell’annuale assemblea della federazione delle imprese italiane costruttrici di beni strumentali

Il crollo del 2020

In particolare, nel 2020 il fatturato di settore è sceso a 41 miliardi di euro, pari al 14% in meno rispetto al 2019.

Sul risultato complessivo ha pesato sia la forte riduzione dell’export - crollato a 28 miliardi di euro, pari al 14% in meno rispetto all’anno precedente - sia il calo delle consegne dei costruttori sul mercato interno, scese del 15% a 14 miliardi.

Decisamente pesante la riduzione del consumo che ha solo sfiorato i 21 miliardi di euro, rispetto ai 26 miliardi registrati nel 2019 (-18%). Invariato invece il numero delle imprese e degli occupati: sono oltre 200.000 gli addetti impiegati nelle circa 5.000 aziende del settore.

Questi numeri danno la dimensione dell’impatto della crisi sanitaria sul settore. Nonostante ciò, occorre comunque ricordare che il risultato finale è stato decisamente migliore di quanto non si immaginasse a inizio della pandemia.

Il fatturato dell’industria italiana del machinery vale il 2,5% del Pil (in calo di un paio di decimali rispetto al dato 2019). Resta invece invariato il peso del settore su occupazione ed export.

La ripresa del  2021

Con riferimento al 2021, i primi dati confermano una situazione di generale e costante miglioramento. Le esportazioni di macchinari italiani, nel periodo gennaio-marzo, sono cresciute del 6,8%. Le vendite in UE, Extra Ue e America Meridionale crescono più che nelle altre aree del mondo. Anche le importazioni italiane del primo trimestre dell’anno segnano una crescita del 6,7% a dimostrazione della ripresa di attività anche sul mercato interno.

Per avere un’idea di come procederà il 2021, consideriamo le previsioni formulate dalle singole associazioni che fanno capo a Federmacchine. Tutti gli indicatori economici cresceranno in modo sostenuto: fatturato (+11,1%), export (+11,8%), consumo (+9,7%), consegne interne (9,7%) e import (9,7%). L’incremento non sarà sufficiente a recuperare il terreno perso nel 2020 ma permetterà di ridurre il gap con i risultati pre-pandemici.

Giuseppe Lesce, presidente di Federmacchine ha affermato: “Il totale recupero avverrà nel 2022 grazie alla ripresa dell’attività oltre confine- incentivata e facilitata, immaginiamo, dal procedere in tutto il mondo della campagna vaccinale - e grazie alla ripresa degli investimenti in nuovi macchinari in Italia che già rilevano molti settori che fanno capo a Federmacchine, sostenuta anche dagli incentivi 4.0.  A tal proposito chiediamo che le misure attualmente previste quali credito di imposta per le nuove macchine e per le tecnologie 4.0 divengano strutturali così da accompagnare le imprese in un processo graduale e continuo di aggiornamento e trasformazione, presupposto indispensabile per vincere la sfida della competitività internazionale”.

Fondamentale la Formazione 4.0

Complementare al tema dell’innovazione è poi quello della formazione 4.0 e dei giovani. Nuove macchine e nuove tecnologie impongono nuove competenze e quindi forza lavoro preparata ad operare su sistemi e secondo processi spesso completamente differenti rispetto al passato. 

“Per questo - ha aggiunto il presidente di Federmacchine- occorre uno scatto deciso da parte delle autorità di governo per aggiornare l’offerta formativa del sistema scolastico a vocazione tecnica tecnologica così da allinearlo all’evoluzione del contesto e da renderlo interessante per i giovani. In questo senso crediamo che i fondi resi disponibili dal Pnrr per ITS - e destinati alla creazione di laboratori 4.0 e infrastrutture tecnologicamente avanzate - saranno utili per valorizzare ulteriormente questi istituti da cui “usciranno” giovani professionisti da inserire nelle nostre aziende”.

Federmacchine: è ripartita l’industria italiana dei beni strumentali - Ultima modifica: 2021-08-30T12:45:21+02:00 da Nicoletta Buora