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In Italia una centrale a fusione nucleare

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Massimiliano Cassinelli

L'Italia vuole tornare protagonista nella ricerca sulla fusione nucleare. Per questa ragione, entro un mese Enea renderà pubblico il nome della località in cui sorgerà il sito che ospiterà l’infrastruttura di ricerca sulla fusione nucleare DTT (Divertor Tokamak Test). Un centro per il quale saranno investiti 500 milioni di euro.
Ben nove le località candidate, individuate in Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna con un sito in tandem con la Toscana, Lazio, Liguria (con due siti), Piemonte, Puglia e Veneto.
“Una partecipazione così ampia e qualificata è motivo di grande soddisfazione, così come lo è il fatto che questa infrastruttura venga realizzata in Italia, anche con fondi europei, a conferma e riconoscimento dell’eccellenza della ricerca nazionale nel campo della fusione”, ha sottolineato Federico Testa, presidente dell’Enea. “Per garantire una scelta che massimizzi i benefici non solo per l’ENEA, ma per tutto il Paese, nella Commissione sono state coinvolte personalità altamente qualificate in grado di assicurare una scelta basata su criteri oggettivi e di massima trasparenza, principio cardine di tutto il processo”, conclude Testa.
La Divertor Tokamak Test facility (DTT) è uno dei progetti di ricerca scientifica e tecnologica più ambiziosi nell’ambito della produzione di energia da fusione nucleare, con ricadute di grande rilievo a livello italiano ed europeo. Ideata dall'Enea in collaborazione con Cnr, Infn, Consorzio Rfx, Create e alcune università, la DTT prevede il coinvolgimento di oltre 1500 persone direttamente e nell’indotto per realizzare una macchina in grado di fornire risposte ad alcune delle maggiori problematiche della fusione: la gestione dei grandi flussi di potenza prodotti dal plasma combustibile e i materiali a prova di temperature elevatissime.
L’obiettivo è di realizzare una struttura di ‘collegamento’ tra i grandi progetti internazionali di fusione nucleare Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor) e il reattore Demo che dopo il 2050 dovrà produrre energia elettrica da fusione nucleare, un processo che consente di ottenere energia rinnovabile, sicura, economicamente competitiva e in grado di sostituire i combustibili fossili arrivando a riprodurre l’energia delle stelle, ovvero il meccanismo fisico che alimenta gli astri.
DTT sarà un cilindro ipertecnologico alto 10 metri con raggio 5, all’interno del quale saranno confinati 33 metri cubi di plasma alla temperatura di 100 milioni di gradi con una intensità di corrente di 6 milioni di Ampere (pari alla corrente di sei milioni di lampade) e un carico termico sui materiali fino a 50 milioni di watt per metro quadrato (oltre due volte la potenza di un razzo al decollo).

In Italia una centrale a fusione nucleare - Ultima modifica: 2018-03-14T06:53:17+01:00 da Massimiliano Cassinelli