HomeScenariPrometeia vede in salute il manifatturiero italiano

Prometeia vede in salute il manifatturiero italiano

Leggi le riviste ⇢

Ti potrebbero interessare ⇢

Massimiliano Cassinelli

“Dall’analisi dei bilanci emerge che la manifattura italiana ha già operato la propria trasformazione e di conseguenza la sua struttura, in proiezione 2020, si presenta più sana e meno vulnerabile. Cresce lentamente anche la dimensione media di impresa, storico nostro tallone d’Achille”. Con queste parole Alessandra Lanza, responsabile della Practice Strategie Industriali e Territoriali di Prometeia, ha sintetizzato il “Rapporto-Analisi dell’industria made in Italy”. Il documento, giunto alla nona edizione, vede la collaborazione di Intesa Sanpaolo e ha analizzato dimensione, dinamica e prospettive di crescita, oltre alla redditività di quaranta comparti manifatturieri italiani.

Dall’analisi emerge che l’automotive rimarrà il settore trainante sino al 2020, ma sono in crescita anche il largo consumo, la metallurgia e la farmaceutica, con prospettive superiori al +1,8% annuo che dovrebbe caratterizzare la media dell’industria italiana. Al contrario, il rapporto vede in difficoltà soprattutto gli elettrodomestici.

In generale, per accelerare, gli analisti ritengono necessario un autentico ricambio generazionale, oltre al rinnovo dei macchinari e alla digitalizzazione dei processi avanzati. L'Industry 4.0, quindi, sarà il vero fattore discriminante del prossimo futuro. Si tratta, però, di una svolta che richiederà necessariamente degli anni. Nell'immediato, invece, il 2016 dell’industria italiana potrebbe registrare un +2,1%, grazie a una ripresa dei consumi interni, con un buon andamento anche nell'ambito dell'edilizia che, a sua volta, trascinerà gli altri settori. Per il 2017, invece, la crescita dovrebbe stabilizzarsi intorno all'1,8%, con una previsione di incremento anche per l'export, con un saldo commerciale atteso di 95 miliardi di euro.

Sull'export potrebbero però pesare alcune decisioni politiche, come ha sottolineato Gregorio De Felice, capo economista di Intesa Sanpaolo, commentando la scelta di Bruxelles di non riconoscere la Cina come economia di mercato e le sanzioni alla Russia: “sono scelte pienamente condivisibili, ma dobbiamo essere coscienti che nel breve e medio periodo avranno effetti letali sull’incremento degli scambi”.

Prometeia vede in salute il manifatturiero italiano - Ultima modifica: 2016-05-18T07:14:54+02:00 da Massimiliano Cassinelli