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Migliora il mix energetico, ma il sistema è fragile

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Massimiliano Cassinelli

Crescono i consumi, ma diminuiscono le emissionei di CO2. Questi, in estrema sintesi, i risultati dell’Analisi trimestrale del sistema energetico italiano curata dall’ENEA. Nel documento, diffuso nei giorni scorsi, si legge infatti che nel 2017 i consumi finali di energia sono cresciuti dell'1,3% rispetto al 2016 (un dato che riflette la crescita dell'1,5% in termini di Pil), ma le emissioni di CO2 si sono ridotte dello 0,5%.
Numeri resi possibili dal fatto che la generazione elettrica è diminuita del 5%, così come i trasporti hanno registrato un -2,2%. Di contro le rinnovabili hanno fatto registrare massimi storici sul totale dei consumi elettrici. Il 17 aprile del 2017, in particolare, eolico e solare hanno raggiunto il picco del 70% su base oraria e l’insieme delle FER (Fonti Energetiche Rinnovabili) dell’87% il 21 maggio.
Lo studio evidenzia anche un aumento dei consumi di gas naturale (+6%, dopo il +5% del 2016), fonte energetica che resta saldamente in testa nel mix con una quota del 36,5% e registra prezzi in calo per tutte le fasce di consumo, in controtendenza rispetto agli altri Paesi Ue.
Il petrolio scende sotto al 34% del mix, con consumi in calo (-1% e quasi -10% rispetto a dieci anni fa), mentre il carbone presenta per il secondo anno di seguito una contrazione a doppia cifra (-12%, dopo il -10% del 2016, con una quota del 6% nel mix).
Le rinnovabili raggiungono una quota del 19% nel mix energetico, con una crescita dell’8% delle fonti “intermittenti” (eolico e solare) che compensa il forte calo dell’idroelettrico (-14%); rispetto ai consumi finali la quota di energia rinnovabile rimane al di sopra del target Ue del 17% al 2020, mentre l’obiettivo del 28% al 2030 sembra più difficile da raggiungere.
Interessante anche l'aspetto legato ai prezzi dell’energia elettrica, che sono stati stimati in leggero calo, fino al 2% nella fascia di consumo medio-alta, grazie soprattutto alla riduzione degli oneri di sistema che ha compensato il rialzo dei prezzi all’ingrosso. Tuttavia i prezzi in Italia restano ai massimi tra i Paesi Ue.
La richiesta di energia elettrica è risultata in aumento del 2% soprattutto a causa del clima, che ha prodotto una robusta crescita dei consumi in estate. Il dato conferma che la tendenza di lungo periodo alla diminuzione dei consumi di elettricità ha lasciato il posto ad un trend stazionario con segnali di modesta ripresa.
L’indice ENEA ISPRED, che misura il sistema energetico nazionale sulla base di sicurezza energetica, prezzi ed emissioni di anidride carbonica, evidenzia un calo dell’8% rispetto al 2016, in conseguenza del peggioramento delle prospettive di decarbonizzazione e sicurezza e di un miglioramento sul fronte prezzi.
Passi indietro si registrano anche sulla componente “sicurezza energetica” dell’ISPRED, in calo del 6% rispetto ad un anno fa, in quanto il miglioramento degli indici del sistema petrolifero (+3%) è controbilanciato dai peggioramenti di quelli relativi alla sicurezza del sistema elettrico (-9%) e del sistema del gas naturale (-20%). In particolare i problemi del parco nucleare francese e la contemporanea impennata della domanda di gas all’inizio del 2017 hanno evidenziato che, in caso di combinazione di eventi estremi (picchi di freddo, interruzioni delle forniture, criticità nei mercati confinanti), potrebbero verificarsi seri problemi di adeguatezza.

Migliora il mix energetico, ma il sistema è fragile - Ultima modifica: 2018-04-18T09:37:21+02:00 da Massimiliano Cassinelli