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Più formazione per i professionisti più maturi. Lo dice KnowledgePoint

Secondo Kirstin Donoghue, Autodesk Partner Manager EU in KnowledgePoint, la formazione e la certificazione possono rappresentare un reale vantaggio per la forza lavoro più anziana

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Virna Bottarelli
In Europa negli ultimi 50 anni la speranza di vita alla nascita è aumentata di circa 10 anni e le proiezioni prevedono un ulteriore aumento di cinque anni a partire dalla metà del prossimo secolo. Questo significherà lavorare sino ai sessanta anni e probabilmente oltre. Nel contempo, lo stato della disoccupazione giovanile nel Vecchio Continente supera il 20%: i professionisti più giovani incalzano i loro colleghi più anziani, hanno più energia e sono più orientati alla carriera rispetto al resto della forza lavoro.
In un panorama simile, la formazione per chi è già da anni nel mercato del lavoro assume un nuovo importante ruolo. Lo spiega Kirstin Donoghue, Autodesk Partner Manager EU in KnowledgePoint, fornitore di servizi specializzato nel settore dell'insegnamento e della formazione in ambito IT, della quale riportiamo di seguito alcune riflessioni.

"I trentenni e i lavoratori più anziani potrebbero credere di aver terminato il loro ciclo di apprendimento, tuttavia, la tecnologia sta cambiando sempre più velocemente ed è possibile che anche coloro che si sono laureati da meno di un decennio oggi stiano lavorando in modo antiquato.
Questo è particolarmente vero in professioni che si basano sul design, come l’architettura, l’ingegneria strutturale e civile e la progettazione di prodotto.
La digitalizzazione ha portato una trasformazione nei concetti di design, flusso di lavoro, test e analisi e nel modo in cui i prototipi e i modelli di edifici sono sviluppati.
I professionisti più anziani – anche i trentenni e i quarantenni di oggi - hanno iniziato il proprio percorso lavorativo in un ambiente completamente diverso da quello attuale: la globalizzazione non era così diffusa, il lavoro non era così scarso e i datori di lavoro non erano così avversi al rischio quando si trattava di assumere personale, anzi, erano più disposti a formare il personale sul posto di lavoro, piuttosto che insistere su determinate qualifiche.
Avendo ancora molti anni di lavoro davanti a loro, la formazione consentirebbe a questi professionisti di avere il meglio dalle più recenti tecnologie e metodologie di lavoro rappresentando allo stesso tempo un ottimo investimento anche per i datori di lavoro, sfruttando best practice per la propria esperienza e autorevolezza.

Cosa si può fare per garantire che i datori di lavoro continuino a ottenere il meglio dall’esperienza e dal know-how di tutto il proprio personale e non solo da quello più giovane? Che cosa possono fare gli stessi lavoratori per poter rappresentare un valore per il mercato, continuare a essere motivati e a mantenere una occupazione sino al momento in cui andranno in pensione? Oppure, in questo mondo instabile, fino a quando hanno la necessità di competere contro i candidati più giovani nella ricerca di una nuova posizione?
Queste persone possono essere anche altamente qualificate, ma i diversi cambiamenti che avvengono negli standard, negli enti esaminatori e nelle competenze necessarie per un lavoro continuano a disorientare i datori di lavoro.

Una forza lavoro sempre più mobile ha creato la necessità di una formazione più consistente e di uno standard globale universale per consentire ai datori di lavoro di valutare se un candidato possiede le competenze per un determinato lavoro.
Il risultato è che la formazione professionale per la certificazione delle competenze, ad esempio nell’ambito della progettazione e dell’ingegneria, sta diventando sempre più importante. La certificazione fornisce uno standard universale per garantire la coerenza e la pertinenza delle competenze. Un ingegnere in India, per esempio, ha la stessa qualifica di uno in Grecia, in Francia o nel Regno Unito. In questo modo la certificazione diventa più invitante rispetto ai programmi di ogni singola nazione.
Fornisce feedback immediati, permettendo ai candidati di identificare le aree dove possono migliorare le proprie competenze, e i test basati sulle prestazioni utilizzano le più recenti applicazioni reali.

In una ricerca condotta da KnowledgePoint lo scorso anno su professionisti del cad, più del 70%crede che la certificazione IT sarà richiesta in futuro nell’ambito del lavoro o gli era già stata richiesta. Più della metà (62%) non aveva mai sostenuto un esame sul software, mentre il 60% ritiene che la certificazione sia stata importante per la propria carriera.
Formazione e certificazione possono anche rivelarsi preziose per quei lavoratori che in passato avrebbero potuto già avvicinarsi all’età pensionabile. Le persone nate tra gli anni Cinquanta e Sessanta attualmente rappresentano una parte significativa della forza lavoro in Europa e si stanno avvicinando a questa fase della loro vita. Il patrimonio di conoscenza di questa generazione non deve essere svalutato: sono stati i loro coetanei ad aver inventato molte delle soluzioni software che conosciamo oggi - così come i concetti che sono alla base di Internet. Hanno imparato a conoscere le nuove tecnologie perchè introdotti nel mondo del lavoro e quindi hanno potuto comprendere quello che stava dietro ai processi e alle policy. Ma hanno bisogno comunque di aggiornare continuamente le proprie competenze.

La comprensione sul valore della formazione e della certificazione aumenta di anno in anno e si ritiene che il numero dei professionisti più anziani che se ne avvarranno crescerà, così come stanno incominciando ad apprezzarne i vantaggi. Quale modo migliore per dimostrare che mentre l'esperienza è un bene reale, l'esperienza unita all’aggiornamento della propria conoscenza può portare benefici eccezionali sia per gli individui che per i datori di lavoro?"

Più formazione per i professionisti più maturi. Lo dice KnowledgePoint - Ultima modifica: 2013-07-03T15:48:04+02:00 da Virna Bottarelli