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Standardizzazione e integrazione, i pilastri del progetto secondo Eplan

La seconda edizione di Eplan Engineering Conference, tenutasi il 9 ottobre a Parma, ha puntato i riflettori sulla gestione delle informazioni meccatroniche e sulla piena integrazione della progettazione elettrica nel processo di sviluppo del prodotto

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La Redazione
Sono stati 220 i partecipanti alla seconda edizione della Eplan Engineering Conference, tenutasi all'Auditorium Verdi dell'Hotel Parma & Congressi lo scorso 9 ottobre.

Oltre alle 'consociate' Kiesling e Rittal, l'evento ha visto la partecipazione di Rockwell Automation, B&R, Phoenix Contact, Siemens (rappresentata dalla divisione Industry Software) e Festo, come partner di Eplan.

“Oggi, il collo di bottiglia dell'ufficio tecnico è il progettista elettrico o l'ingegnere dell'automazione che si trova a operare su una parte meccanica già definita”, ha esordito Stefano Casazza, Country Manager di Eplan Software & Service. “Dopo la standardizzazione della progettazione meccanica grazie all'adozione diffusa del 3D, ora è necessario fare lo stesso percorso nell'ufficio di progettazione elettrica. Come avviene in ambito cad, prima di generare lo schema elettrico di un progetto è indispensabile avere la Bom, la distinta base di tutta la parte elettrica. La collaborazione fra meccanici ed elettricisti deve quindi cominciare più a monte, parallelizzando tutti i processi di sviluppo meccatronico”.

Nella visione proposta da Casazza, è fondamentale "utilizzare gli strumenti Eplan al massimo delle loro possibilità, per standardizzare e integrare finalmente anche i dati meccatronici nel processo di progettazione multidisciplinare integrata della vostra azienda".

Con questo approccio tutte le aziende possono perseguire obiettivi ambiziosi di standardizzazione dei progetti e dei componenti, integrando la progettazione della parte elettrica e dell'automazione non solo con il cad, ma anche con il mondo plm ed erp, per arrivare a pratiche di Virtual Commissioning.

"Gli strumenti a vostra disposizione hanno tutte le potenzialità e le funzionalità necessarie, ma la tecnologia da sola non basta”,  ha concluso Casazza. “Sono le persone e le metodologie a fare la differenza. La standardizzazione e l'integrazione dei dati meccatronici possono produrre benefici sostanziali, concreti e misurabili: uniformità della codifica, del cartiglio e della numerazione dei fili, abbattimento degli errori di progettazione e costruzione, riduzione dei codici di prodotto e del magazzino, uniformità della documentazione e della qualità progettuale, e distribuzione omogenea dell'informazione”.

Dopo Casazza, sul palco si sono avvicendati gli altri rappresentanti della struttura italiana di Eplan, a partire dal direttore vendite Giovanni Di Pumpo, che ha sottolineato come una quota crescente del fatturato in Italia sia generata dai servizi. Giuseppe Morreale, consulente tecnico e figura storica del marchio Eplan nel nostro Paese, ha offerto un'ampia panoramica di Eplan P8, mentre Stefano Cappelletti si è soffermato su Eplan Fluid.
Lorenzo Casella, nel suo intervento dedicato a EEC One, ha sottolineato l'importanza di cambiare l'approccio al processo di sviluppo dei prodotti, in linea con i concetti espressi da Stefano Casazza nell'intervento di apertura. “Anche chi si occupa di progettazione elettrica e automazione, deve imparare a configurare piuttosto che progettare”, ha detto Casella. “Il presupposto di questo nuovo approccio è la standardizzazione.”

Standardizzazione e integrazione, i pilastri del progetto secondo Eplan - Ultima modifica: 2014-11-03T15:25:56+01:00 da La Redazione