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Bimu, riflessioni sull'economia del Paese

Si è ufficialmente aperta il 2 ottobre la 28ma edizione di Bimu. Al convegno inaugurale, una fotografia dell'economia italiana scattata da voci autorevoli del mondo accademico, dell'industria e del Governo

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V.B.

Il mondo della macchina utensile si incontra in questi giorni alla 28ma edizione di  Bimu, a Milano. La fiera ha aperto i battenti il 2 ottobre con il Convegno inaugurale sul tema 'Industria e manifattura: il futuro di Italia e Europa oltre la crisi'. 
Ad animare la mattinata sono state tre voci autorevoli che hanno portato sul palco la visione del mondo accademico, dell'industria e del Governo: Alberto Quadrio Curzio, professore emerito di Economia Politica all'Università Cattolica di Milano, Luigi Galdabini, presidente di Ucimu - Sistemi per produrre, e Corrado Passera, ministro dello Sviluppo Economico, Infrastrutture e trasporti.

Per Alberto Quadrio Curzio, che ha fotografato la situazione finanziaria del Paese nel panorama europeo, i due principali ostacoli che il sistema Italia deve affrontare sono "il calo degli investimenti fissi lordi e l'aumento del tasso di disoccupazione, che ha raggiunto il 12%". Una via da percorrere per risolvere questi due nodi è il rilancio degli investimenti in infrastrutture che, a cascata, porterebbero benefici a più settori produttivi.

Luigi Galdabini ha posto l'accento sulla necessità di stimolare gli investimenti delle imprese del settore, affinchè l'Italia mantenga la sua posizione di quarto produttore e terzo esportatore al mondo di macchine utensili. "L'industria dei beni strumentali è globalmente in crescita da qui al 2015 e anche per l'Italia la previsione è positiva: si dovrebbe assistere a un incremento del 20% nei prossimi quattro anni, per un valore pari a 2,4 miliardi di euro", ha detto Galdabini. "Occorre rendere fiscalmente vantaggiosi gli investimenti in innovazione e ridurre la pressione fiscale, agendo in particolare sull'Irap, in modo da consentire alle nostre imprese di aumentare la propria competitività all'estero". 

Dal  Governo, rappresentato dal ministro Passera, il messaggio è stato altrettanto chiaro: "Non possiamo permetterci una politica industriale basata sullo stimolo alla domanda, ma dobbiamo agire per migliorare la nostra competitività". Per constrastare l'urto della crisi, quindi, le istituzioni puntano ad agevolare gli investimenti da parte delle imprese, anziché ad aumentare il potere d'acquisto dei consumatori. "Abbiamo portato a termine iniziative importanti in tema di liberalizzazione e semplificazione, di accorpamento di istituzioni frammentate che ora lavorano invece insieme per obiettivi comuni, una su tutte, l'Istituto del Commercio Estero", ha detto Passera. 
Il ministro, interpellato sulla situazione di crisi di grandi gruppi industriali italiani, ha anche aggiunto: "Non possiamo accomunare situazioni diverse fra loro, ma in linea di principio sostengo che sia meglio mantenere un'azienda italiana sul territorio italiano che non assecondare il passaggio di un'azienda da realtà nazionale a divisione di una multinazionale; detto ciò, i salvataggi nazionali di aziende che non hanno comunque le potenzialità per sopravvivere autonomamente sono da evitare".

Bimu, riflessioni sull'economia del Paese - Ultima modifica: 2012-10-04T11:38:18+02:00 da La Redazione