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Macchine utensili, robot e automazione, un ottimo 2018, ma il 2019?

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La Redazione

Ottimi i risultati 2018 dell’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione. Il comparto ha registrato incrementi a doppia cifra per quasi tutti i principali indicatori economici, allungando il trend, ampiamente positivo, iniziato nel 2014.

Secondo i dati di consuntivo elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu, nel 2018, la produzione di macchine utensili, robot e automazione si è attestata a 6.775 milioni di euro, registrando un aumento dell’11,3% rispetto al 2017.

Il risultato è stato determinato sia dal positivo andamento delle consegne dei costruttori sul mercato interno, salite, del 15,2%, a 3.112 milioni, sia dall’export che si è attestato a 3.663 milioni di euro, crescendo dell'8% rispetto all’anno precedente.

Nel 2018, principali mercati di sbocco dell’offerta italiana sono stati: Germania (394 milioni +15,1%), Stati Uniti (354 milioni, +11,5%), Cina (341 milioni, -0,4%), Polonia (229 milioni +41,7%), Francia (227 milioni, +6,7%), Spagna (144 milioni, +7,9%), Russia (100 milioni, +11,9%), Turchia (90 milioni, +2,6%).

Rallentamento in vista per il 2019

L’andamento dell’industria italiana di settore nel 2019 rimarrà pressoché stazionario, come emerge dai dati di previsione Ucimu.

La produzione dovrebbe rallentare la crescita, salendo del 3,6%, a 7.020 milioni di euro; così l’export che dovrebbe raggiungere il valore di 3.900 milioni di euro, il 6,5% in più rispetto al 2018. Il rapporto export su produzione si stima debba crescere a quota 55,6%.

"A ben guardare", ha commentato il presidente di Ucimu Massimo Carboniero, "considerato il contesto e l’evoluzione repentina dello scenario politico economico internazionale, potremmo dirci già molto soddisfatti se queste previsioni fossero realmente confermate alla fine dell’anno".

Un mercato a confronto con Industria 4.0

Nel corso della presentazione dei dati durante l'assemblea Ucimu di fine giugno, Massimo Carboniero ha ribadito la necessità di una svolta ulteriore in ambito Industria 4.0. Se, infatti, il contenuto di questi provvedimenti risponde pienamente alle esigenze di crescita e sviluppo della competitività delle imprese, e in particolare delle pmi, ciò che va cambiata per Carboniero è la modalità con cui questi provvedimenti sono resi disponibili.

"Alle autorità di governo chiediamo di abbandonare la logica dell’intermittenza con cui fino ad oggi è stata definita l’operatività di tutte le misure a favore delle imprese, come nello specifico caso del Piano Industria 4.0, con super e iperammortamento", ha detto Carboniero.

"Le imprese italiane per crescere hanno bisogno di un quadro chiaro e definito delle misure di medio-lungo termine. Per questo chiediamo un cambio di approccio e la costruzione di un pacchetto di provvedimenti in materia 4.0 strutturale, liberato cioè dalle annuali attese e incertezze legate alla possibile riconferma di ciascuna delle misure in esso inserite, come invece è accaduto fino ad oggi.

Nello specifico, chiediamo sia reso disponibile un documento unico strutturale che sommi in sé i vantaggi fiscali legati agli investimenti in ricerca e sviluppo e a superammortamento e iperammortamento per gli investimenti in nuovi macchinari, disegnando così un progetto di insieme di lungo periodo".

Incentivi per la formazione 4.0

Caro a Ucimu è anche il tema della formazione 4.0. Anche in questo ambito, Carboniero ha avanzato alcune richieste per le istituzioni. "Chiediamo che il provvedimento per il credito di imposta per la formazione sia rivisto e soprattutto prosegua nella sua operatività anche nel 2020", ha detto il presidente di Ucimu.

"Attualmente il credito è calcolato solo sul costo del personale impegnato nella formazione per le ore di aggiornamento svolte. La parte più consistente dei costi della formazione aziendale è invece rappresentata dal costo dei formatori: occorre includere quella voce di spesa nel calcolo del credito di imposta perché si tratta dell’aspetto più oneroso, specialmente per una pmi.

A differenza dei provvedimenti per la competitività (Pacchetto di provvedimenti in materia 4.0), riteniamo che le misure legate alla formazione 4.0 debbano essere gestite e implementate secondo una pianificazione definita di anno in anno, in linea con le esigenze contingenti dell’industria del paese, poiché la trasformazione organizzativa delle aziende, attivata dalla rivoluzione digitale, è appena iniziata".

Nonostante il tasso di disoccupazione giovanile in Italia superiore al 30%, i costruttori di macchine utensili hanno ancora grande difficoltà nel reperire figure professionali adeguate, dai meccatronici agli elettronici, agli informatici e agli esperti in tecnologie della produzione.

"In realtà gli istituti tecnici offrono opportunità formative e professionali anche molto stimolanti. Senza dimenticare che sono un’ottima base per il prosieguo dello studio attraverso gli ITS, le scuole di Alta formazione tecnica-tecnologica da cui escono, dopo due anni post diploma, i cosiddetti Super Periti. E a proposito di ITS chiediamo nuovamente al governo di lavorare per incrementare la presenza di queste scuole soprattutto nelle aree a maggior concentrazione industriale", ha aggiunto Carboniero.

 

 

   

Macchine utensili, robot e automazione, un ottimo 2018, ma il 2019? - Ultima modifica: 2019-06-27T12:34:45+02:00 da La Redazione