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Nel terzo trimestre 2009, gli ordini di macchine utensili a -51,6%

Incentivi alla rottamazione e revisione dei parametri di Basilea2 potrebbero aiutare i costruttori di macchine, a corto di ordini e liquidità, a tutelarsi dal rischio di una cessazione dell'attività. A ipotizzarlo è il presidente di Ucimu, preoccupato per la possibile uscita dal mercato di molte pmi

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L. R.

 
Nel terzo trimestre 2009 l'indice degli ordini di macchine utensili, elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu, è calato del 51,6%, rispetto allo stesso periodo del 2008. Sul risultato complessivo pesa il pessimo riscontro ottenuto dai costruttori sul mercato interno e la debolezza della risposta dei mercati stranieri, a conferma di quanto ancora la crisi incida in modo generalizzato sulla domanda di beni strumentali. La raccolta ordini dei costruttori italiani sul mercato interno è calata del 54% rispetto al terzo trimestre 2008, mentre nel periodo luglio-settembre quella sul mercato estero è scesa del 49,9% rispetto allo stesso periodo del 2008.

Sul quadro ancora piuttosto complesso per l'industria italiana di settore esprime preoccupazione, sebbene rincuorato dal positivo andamento della fiera Emo Milano 2009, il presidente di Ucimu Giancarlo Losma. “La drastica e prolungata riduzione degli ordinativi raccolti dai costruttori”, dice Losma, “fa temere un concreto rischio di ridimensionamento del settore caratterizzato da piccole e medie imprese sicuramente più esposte delle grandi ai momenti di congiuntura sfavorevole”.
La preoccupazione di Losma è l'uscita dal mercato di realtà industriali che, a corto di ordini e liquidità, rischiano la cessazione della attività. “Un danno terribile, questo, per l'impresa e per le persone che fanno l'impresa, per il settore, ma anche per il sistema economico del Paese che rischia la perdita di know-how in un comparto strategico per tutta l'industria manifatturiera". L'impressione che il punto più basso del ciclo economico negativo sia alle spalle arriva però, secondo il presidente, da Emo Milano 2009: nei sei giorni di mostra si sono registrati 124.660 visitatori, il 41% dei quali stranieri, in rappresentanza di 98 paesi di cinque continenti. 

Ucimu ritiene comunque indispensabili ulteriori provvedimenti per permettere all'industria del comparto di superare la crisi e agganciare la ripresa, mantenendo la posizione di leadership nel panorama internazionale. “Occorre incentivare”, secondo il presidente, “la sostituzione dei beni strumentali datati attraverso un provvedimento di politica industriale che renda possibile la rottamazione dei macchinari obsoleti e la deduzione dall'imposta del 50% della somma investita nell'acquisto di nuovi macchinari sostitutivi. Questo provvedimento non soltanto è un incentivo alla ripresa dei consumi, ma è lo strumento più adatto a garantire la competitività dell'offerta italiana. Da una recente indagine risulta che in Italia, così come in Europa, circa il 25% dei macchinari di produzione presenti negli impianti ha oltre 20 anni. Occorre dunque rinnovare gli stabilimenti produttivi sia a livello nazionale sia europeo. Il provvedimento avrebbe positive ricadute in più ambiti del sistema economico-sociale. Oltre a garantire il mantenimento di alti livelli di competitività al made in Italy e made in Europe, permetterebbe una migliore efficienza e quindi un risparmio dei costi a tutte le imprese del manifatturiero. La sostituzione dei vecchi sistemi di produzione con i nuovi assicurerebbe un minor impatto ambientale delle lavorazioni e una maggiore sicurezza degli operatori addetti alla macchine".

Anche le istituzioni sono nuovamente chiamate a giocare il loro ruolo determinante nella ripresa. “Per consentire alle imprese di affrontare le difficoltà del momento e posizionarsi nel modo migliore per cogliere la prossima ripresa, è indispensabile che le istituzioni governative intervengano efficacemente a livello europeo per il sostegno del credito. È opportuno un allentamento temporaneo dei criteri di ponderazione del rischio di credito alle pmi, criteri che determinano gli accantonamenti che le banche devono avere per rispettare gli accordi di Basilea2.  Chiediamo un'integrazione dell'accordo che tenga conto sia della difficile congiuntura, sia della necessità di valutare le imprese anche da un punto di vista qualitativo, considerando cioè il settore di appartenenza, con l'obiettivo di avvicinare alla pura valutazione dei dati di bilancio quella relativa alla capacità di business”.

Nel terzo trimestre 2009, gli ordini di macchine utensili a -51,6% - Ultima modifica: 2009-10-29T15:06:22+01:00 da La Redazione