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Tracciabilità, obbligo di etichetta anche per le carni ovine e suine

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Massimiliano Cassinelli

E' in vigore da oggi, come stabilito dal Regolamento Ue 1337/2013, l'obbligo di identificare con chiarezza il luogo di allevamento e di macellazione della carni di maiale, agnello e capretto, comprese quelle refrigerate o congelate.
Si tratta di una norma frutto di un lungo percorso iniziato nel lontano 2002, quando, all'indomani del fenomeno della 'Mucca pazza', venne prescritto l'obbligo di identificare la provenienza della carne bovina.

L'anno successivo un'analoga imposizione riguardò l’ortofrutta fresca, mentre nel 2004 fu la volta di uova e miele. Nel 2009, infine, l'obbligo ha coinvolto l’origine delle olive impiegate nell’olio. Con il nuovo regolamento, quindi, su ogni confezione sarà necessario indicare: 'Allevato in…' seguito dal nome dello Stato membro o del Paese terzo e poi 'Macellato in…' seguito dal nome dello Stato membro o del Paese terzo. In alternativa sarà possibile indicare: 'Origine…' seguito dal nome dello Stato membro o del Paese terzo ma solo se l’animale è nato, allevato e macellato in un unico Stato membro o Paese terzo. Questo significa, all'atto pratico, che la scritta 'Origine Italia' fornirà una garanzia che tutte le fasi di vita dell'animale (dalla nascita alla macellazione) si sono svolte sul territorio nazionale.

Dalla nuova norma restano invece escluse la carne cavallo e quella di coniglio, ma soprattutto le carni di maiale trasformate in salumi. Permane infatti la possibilità di non indicare la provenienza di salumi, succhi di frutta, pasta e formaggi. Una carenza che dovrà essere sanata nel prossimo futuro.

Tracciabilità, obbligo di etichetta anche per le carni ovine e suine - Ultima modifica: 2015-04-01T08:29:44+02:00 da Massimiliano Cassinelli