Sovraccarico biomeccanico e movimenti ripetitivi: tempo fa era convinzione comune che la fatica fisica degli operatori sarebbe diminuita grazie alla meccanizzazione e all’'automatismo dei processi.
Obiettivo raggiunto? In parte sì, l'evoluzione tecnologica ha spinto - e spinge tuttora - in questa precisa direzione. Tuttavia, il sovraccarico biomeccanico e i movimenti ripetitivi pesano ancora molto su determinate attività lavorative. Un aspetto, questo, che non deve essere sottovalutato e, anzi, deve essere gestito con molta attenzione soprattutto da datori di lavoro, Rspp e medici competenti, in quanto può comportare danni fisici ai lavoratori, per altro evitabili.
L'approfondimento del mese di Ambiente&Sicurezza affronta questo tema attraverso il qualificato e puntuale contributo di Gino Barral, medico competente, e componente il direttivo di Anma (l'Associazione nazionale medici d'azienda e competenti).
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